La generazione a cui appartengo
è la prima del dopoguerra che ha vissuto la modernizzazione
tecnologica più intensa dopo la scoperta della ruota.
Questo viene dato per scontato,
tutto è ”normale”. Ma dietro a tanta tecnologia esiste un vuoto
di sentimenti, di altruismo e di condivisione che lascia una società
apatica.
I nostri padri, attraverso la
lotta partigiana, hanno trasformato un sogno in realtà, sebbene in
questi settant'anni non siano mancati i rigurgiti fascisti (brigate
rosse comprese). Ma la democrazia ha sempre vinto. Ora, con
l'informazione in tempo reale, tutto sembra controllabile, ma non ci
si accorge che è una libertà vigilata.
Quanti ragazzi saprebbero dare
una risposta alla domanda: “cos'è la libertà, la democrazia?”.
Molti estrarrebbero il loro telefonino e con una semplice scritta
ecco che ti appare la risposta “...democrazia? …demos...popolo...
ecc”.
L'anno prossimo saranno
settant'anni che alcune persone hanno combattuto il nazifascismo per
dare a questo Paese democrazia e libertà.
Il 25 APRILE 1945 l'Italia viene
liberata.
Purtroppo la storia scolastica
fa fatica ad arrivare a questa data.
Bisogna valorizzare il
contributo portato alla causa della libertà dall'azione dei
partigiani e degli antifascisti, glorificando i caduti e
perpetuandone la memoria.
Bisogna mettere in rilievo
l'importanza della guerra partigiana ai fini del riscatto del nostro
Paese dalla servitù fascista e nazista per la riconquista della
libertà.
La scuola attraverso
l'informazione dovrebbe valorizzare la storia e le vicende della
seconda guerra mondiale, la Resistenza e la guerra di Liberazione,
far conoscere a fondo la Costituzione, contribuire alla formazione
dei giovani non solo sul piano culturale, ma anche sotto il profilo
del civismo e dei sentimenti concretamente democratici.
DP