Talvolta si tende a usare l'espressione "fare
il quadro della situazione... della società", beh credo che
metaforicamente il quadro che da sempre rappresenta la società
odierna, senza mai cambiare, sia il RITRATTO DI DORIAN GRAY che un
quadro non lo è nemmeno! Ma identifica i componenti di questa
società basata sull'apparire sempre e comunque.
L'individuo di riferimento di una società fondata
su tali presupposti è colui che mostra in pubblico solo il suo
ritratto migliore. Non importa con quali mezzi l'ha raggiunto, lo
ostenta e "possiede" i canoni di bellezza cara ai suoi
contemporanei (sopratutto "possiede"beni materiali che
alimentano la sua causa), il leader di tale società fondata
sull'eterno presente, estetico, intellettuale, lavorativo, nella
quale scompare la possibilità di modificare il presente e viene a
mancare la speranza nel futuro si sostituisce alle classiche figure
retoriche dei maestri e degli insegnanti intellettuali ma sopratutto
di vita; incarna i valori fondanti della propria società, la
rappresentazione del non limite; difatti l'illimitatezza
dell'ottimismo diffuso illusoriamente si contrappone all'etica della
moderazione che dovrebbe invece farci condurre una vita secondo
misura, consci dei nostri limiti, ma sopratutto dei limiti materiali
e temporali dell'esistenza stessa, nel rispetto dei propri spazi ma
sopratutto di quelli altrui. Questa contrapposizione soddisfa un
bisogno primario dell'essere umano che è quello dell'appartenenza e
quindi dello schieramento, creando false aspettative e diventando
l'esempio, l'obiettivo da raggiungere; dovendo scegliere tendiamo a
schierarci e propendiamo sempre per la strada più breve più
semplice; ogni mezzo diventa così lecito, che calpesti gli stessi
individui che lo idolatrano non conta; che anteponga i propri
privilegi personali rispetto al bene comune non conta; che si serva
di abile dialettica per raggirare regole e questioni etiche e morali
non conta; che amministri strutture pubbliche come fossero private
traendone vantaggio e privandole alla collettività non conta.
L'immagine prima di tutto, costruita frequentando i luoghi di culto,
le istituzioni, le manifestazioni sportive e sociali tanto care alla
sua comunità, sfruttandole con il fine ultimo di apparire, comunque
e sempre, sotto la luce migliore!
In fondo è di questo che si tratta: apparire,
illuminare solo ciò che si vuole che gli altri vedano, rendere reale
ciò che è illusorio, nascondendo il ritratto raffigurante il
disfacimento etico e morale suo e della società, che invecchia e
imbruttisce nel buio, al riparo da occhi indiscreti.
Ma tutti siamo responsabili, perché non è mai un
singolo uomo che incarna il male in una società , ma è proprio
quest'ultima che assecondando il suo leader conduce se stessa verso
il male, diventando "il sistema", ammutolendo e screditando
la minoranza che dissente!
Il tema è dunque quello di smascherare la
celebrazione della bellezza senza fine, il bell'aspetto che cela in
realtà un'indole malvagia e amorale, l'ipocrisia mascherata da
apparenti buone maniere, dietro un atteggiamento di valori negativo.
La morale è che ogni eccesso non può durare in
eterno e che la realtà può essere ingannata solo temporaneamente.
Ma sta a noi svelare il ritratto e riportarlo alla luce. Gli
strumenti in nostro possesso sono l'interesse, l'impegno e la
cultura, radice dell'intelligenza, del pensiero, ciò che ci permette
di sapere chi siamo realmente.
"Non smettete mai di protestare; non smettete
mai di dissentire; di porvi domande, di mettere in discussione
l'autorità, i luoghi comuni, i dogmi.
Non esiste la verità assoluta, non smettete di
pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il
piano.
Un uomo che non dissente è un seme che non
crescerà mai."
Fonti :
- George Orwell
- Aldous Leonard Huxley
- Bertrand Russell
- Oscar Wilde
- Umberto Galimberti
Nessun commento:
Posta un commento